Operazione "fiordaliso"

Publié le par Renato

cercasi volontari  anche per Lissone

1.    pro­pagare natura è propagare vita

2.    rendiamo più bello il luogo in cui viviamo

3.    diventiamo cittadini atti­vi, che si occupano della propria città

 

 

 

CRITICAL GARDENING E GREEN GUERRILLA

 

“LA LORO spada è una vanga, la divisa una tuta con gli stivali, per conquistare terra abbandonata in città. Piantano, o spargo­no semi in spazi pubblici, spinti dal biso­gno di un giardino diffuso che sia di tutti, dalla voglia di prendersi cura di un patri­monio che non è personale. Mossi dalla necessità di rendere più bello il luogo co­mune in cui si vive, dal pensiero che pro­pagare natura sia propagare vita, si ispi­rano al movimento guerrilla gardening; cittadini che, spontaneamente, grazie ad azioni quasi clandestine, sistemano con piante e fiori l'aiuola degradata sotto ca­sa, lo spartitraffico, la poca terra attorno ad un albero, o gettano semi in aree spo­glie. Hanno molta fortuna all'estero (a Londra, per esempio) ancora poca in Ita­lia. Anche a Milano, però, comincia a muoversi la green guerrilla, in forme di­verse.

«Non l'abbiamo ancora conquistata tutta, la terra che trovi qui è veramente or­ribile, secca, dura. È una fatica. Ma con la pala, la terra buona e un po' di acqua an­diamo avanti» dice Nora, 27 anni, mentre lavora con le amiche nell'aiuola spelac­chiata in mezzo alla strada in viale Ortles, piantumando cerchi di erbe aromatiche, acquistate a loro spese, ma anche ginestre e senecium. Hanno calcolato che, con l'aiuola esposta al sole «le aromatiche vanno bene, non hanno necessità di mol­ta acqua». Perché lo fanno? «È un bisogno, è un gesto per rendere migliore questo posto. È cura di un bene pubblico. In Ita­lia guerrilla gardening non è ancora strut­turato, ma sento che ricorre nei discorsi, che c'è interesse. lo dico solo guardatevi in giro e poi, se vi va, fatelo». Invece Francesco Giorgi, 35 anni, ortoterapeuta per minori in difficoltà, quel che fa preferisce chiamarlo critical gardening. «Guerrilla ha in sé qualche cosa che si fa di nascosto. Invece bisogna piantare alla luce del sole, cercando il contatto con le persone. E una proposta, ha senso politico ma non ideo­logico. Ha a che fare con il cittadino atti­vo, che deve occuparsi della propria città, invece di essere solo consumatore,»,. Sua, con l'aiuto di un amico e di una ragazza, l'onda di tulipani che stanno sbocciando, 300 bulbi, in un' aiuola di Segrate. «Quan­do sfioriranno metterò i girasoli» dice. In­vece in piazza Archinto, alI'angolo con via Pollaiuolo, in una aiuola rialzata circon­data da mattoncini, ha messo fiori e poe­sia Stefano Massinello, 37 anni, giardinie­re, che da pochi giorni ha voluto dare un ulteriore tocco di classe, realizzando un cuore d'erba. «Ho iniziato un anno fa, an­che con l'aiuto dei bambini che abitano lì - spiega -. La terra era brulla, ho interrato una quarantina di varietà di piante tra sal­vie, arbusti sempreverdi, bulbi, erbacee e tappezzanti. Vorrei riuscire a piantarci anche un albero. Mi piace condividere il mio lavoro con la gente e spesso ho pian­te in surplus, Le riciclo cosi». Nella vicina Brianza un altro gruppo di amici, oltre ad aver colonizzato da tre anni una aiuola pubblica ad Asso, durante le passeggiate sparge semi nelle vie di campagna. «Par­tiamo con il nostro sacchettino, semi di calendule, malva, melissa, maggiorana ma anche prezzemolo o zucche, e li get­tiamo nei posti belli ma soprattutto brut­ti» racconta Alice Pasin, paesaggista, che non vede l'ora di avere i semi dei fiordali­si «per diffonderli in tutta la Brianza. Un tempo era piena di questi fiori». Intanto la settimana scorsa gli abitanti di piazza Aspromonte hanno deciso di abbellire l'area verde degradata con un albicocco e un melo. «E adesso - dice la capofila del gruppo, Marina Pluda, 45 anni, architetto - stiamo facendo un rilievo dell'area. Vo­gliamo costituire un' associazione. Per ri­qualificate noi, come fossimo sponsor, questo spazio pubblico».” (da La Repubblica, 30 Marzo 2007)

Publié dans ecologia

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